Questo post è il seguito ed il completamento del mio post precedente, I Colori dell'Amazzonia
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Nel corso delle due settimane che ho passato a Buenos Aires per la presentazione della mostra Ilha do Bananal (qui sopra un'altra delle illustrazioni del libro) ed il congresso delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico, mi sono trovato ad assistere a diversi eventi correlati. Ad un certo punto sono stato avvicinato da alcuni delegati indios di etnia Guarani che erano molto interessati al nostro lavoro, e che mi hanno raccontato la storia di un film e di un documentario sull'Isola di Bananal, di cui nessuno, in Brasile, era apparentemente a conoscenza...
Nel 1954 il famoso regista di Hollywood Sam Fuller aveva scritto un soggetto su un evaso che si rifugiava in una remota regione dell'Amazzonia: era partito anche in spedizione ed era approdato, con una grande cassa piena di whisky e sigari, proprio sull'Isola di Bananal, dove si fermò per un mese vivendo con i Karaja, realizzando riprese in bianco e nero e documentandosi sulla loro vita.
Il film si doveva chiamare "Tigrero", ma non venne mai realizzato.
Quarant'anni dopo (1994) Fuller tornò nell'isola in compagnia di Jim Jarmusch, e il regista finlandese Mika Kaurismaki filmò in un documentario questo viaggio. Paragonando le immagini con quelle di Fuller di quarant'anni prima si pùò vedere cosa rimane intatto tra i Karaja, nel loro ambiente e nella loro cultura, e quanto sia mutato.
Particolarmente toccanti poi sono le scene di quando ai Karaja viene mostrato il vecchio girato di quarant'anni prima: molti non hanno mai visto un film prima di allora, e molti si riconoscono da bambini, o rivedono i loro genitori, amici, com'erano allora. Ci sono momenti di commozione, risate, e il tutto diviene un momento di riflessione sul significato dell'immagine, della memoria, della cultura... e uno splendido momento di cinema.
Il film è quasi introvabile, per quel che ne so, ma se vi dovesse capitare non perdetelo. Tra parentesi Mika Kaurismaki vive ora a Rio de Janeiro ed ha realizzato due meravigliosi documentari sulla musica e la cultura popolare brasiliana: Moro no Brasil e Brasileirinho.
Nel 1954 il famoso regista di Hollywood Sam Fuller aveva scritto un soggetto su un evaso che si rifugiava in una remota regione dell'Amazzonia: era partito anche in spedizione ed era approdato, con una grande cassa piena di whisky e sigari, proprio sull'Isola di Bananal, dove si fermò per un mese vivendo con i Karaja, realizzando riprese in bianco e nero e documentandosi sulla loro vita.
Il film si doveva chiamare "Tigrero", ma non venne mai realizzato.
Quarant'anni dopo (1994) Fuller tornò nell'isola in compagnia di Jim Jarmusch, e il regista finlandese Mika Kaurismaki filmò in un documentario questo viaggio. Paragonando le immagini con quelle di Fuller di quarant'anni prima si pùò vedere cosa rimane intatto tra i Karaja, nel loro ambiente e nella loro cultura, e quanto sia mutato.
Particolarmente toccanti poi sono le scene di quando ai Karaja viene mostrato il vecchio girato di quarant'anni prima: molti non hanno mai visto un film prima di allora, e molti si riconoscono da bambini, o rivedono i loro genitori, amici, com'erano allora. Ci sono momenti di commozione, risate, e il tutto diviene un momento di riflessione sul significato dell'immagine, della memoria, della cultura... e uno splendido momento di cinema.
Il film è quasi introvabile, per quel che ne so, ma se vi dovesse capitare non perdetelo. Tra parentesi Mika Kaurismaki vive ora a Rio de Janeiro ed ha realizzato due meravigliosi documentari sulla musica e la cultura popolare brasiliana: Moro no Brasil e Brasileirinho.
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